desiderio di socialità

Tra poche ore si rigioca, 22 anni dopo, Inter-Real Madrid.
Malinconia al ricordo dello stadio stracolmo, Baggio che entra e compie l’ultimo miracolo per quel galantuomo di Gigi Simoni. Stadio pieno, abbracci, canti.

Questo virus ci ha allontanato fisicamente: vedi i film, le pubblicità, le fotografie. E pensi subito “questo è il mondo di prima”. Non quello di adesso.

Non l’iperuranio, un mondo migliore o peggiore: solo un mondo diverso in cui non ci possiamo slanciare in pazzie come queste.

paninari nel 2020

Un giorno guarderemo indietro, a questo tragico 2020. Finora ha portato via: uno zio, il miglior barista del paese, il prete che mi ha sposato e una maschera che mi accoglieva allo stadio con un meraviglioso sorriso. Tutte persone speciali.

Guarderemo alla pandemia, alle restrizioni della libertà. Ai negazionisti d’accatto. E alla storia di Donald Trump. Com’è stato possibile che un grandioso ubertoso paese si sia fatto abbindolare da un personaggio simile? Ignorante, sessista, bugiardo tracotante e divisivo.

Ci vergogneremo, con incredulità e curiosità ma anche con una malcelata vergogna.
Quando trovi una tua foto con un outfit, vestito strano, con un taglio di capelli incredibile: ero proprio io? Oh mio Dio che imbarazzo! Ecco, qui siamo. Oggi però è il punto di svolta. Una buona notizia.

Come per Mussolini, c’è un po’ di Trump in tutti noi. Si tratta di contenerlo. E non dimenticare come siamo stati nel 2020.