Nel poco tempo libero rimastomi, ho passato un paio di centri commerciali. In tutti e tre i casi nessuno sapeva dirmi quando e come potevo provare un ipad-air. Quando ne avrebbero avuti a disposizione per un eventuale acquisto. Ergo, nel pomeriggio dell’Epifania, mentre montava l’influenza, ho commesso l’insano gesto di collegarmi a store.apple.com, e in pochi minuti ho risolto il tutto.
L’ho fatto per me, in quanto mi piace leggere i PDF su uno schermo definito e non più micragnoso, ma l’ho fatto anche per il bimbo, per le nuove generazioni. Per abituarlo all’assenza della tastiera. Come per l’Imac, dopo una settimana sono più che soddisfatto: la curva di apprendimento del necessaire apple è morbidissima. E c’e’ anche una certa economia di scala nelle applicazioni necessarie. La fotocamera, diciamolo, è scarsa.
ci ho fatto scrivere sopra questa frase di Seneca.
Ignoranti quem portum petat nullus suus ventus est